Fernando Pucci
Amico dei tre
compagni, invalido al 100% in quanto affetto da oligofrenia, pur non subendo
condanne per i delitti, depose contro Pacciani e Vanni come testimone oculare
degli ultimi due omicidi (quello del 1984 a
Vicchio e quello del 1985 agli Scopeti) rischiando
l'incriminazione a causa delle dichiarazioni spesso reticenti e
contraddittorie.
Il "secondo livello" e i presunti mandanti
Le indagini sui
delitti del mostro e sui compagni di merende hanno successivamente
condotto gli inquirenti ad ipotizzare l'esistenza di una sorta di sovrastruttura
mandante dei delitti. Tale ipotesi
si basa su alcune dichiarazioni del teste e imputato Giancarlo Lotti, il quale ha
dichiarato in sede processuale che i feticci escissi dai corpi femminili
sarebbero stati comprati da un ignoto "dottore", e sul ritrovamento di un possibile
simbolo esoterico, una piramide
tronca di granito colorato (una rara
varietà di una pregevole pietra ornamentale, nota come breccia africana)
di circa quindici centimetri, rinvenuta ad alcuni metri dai corpi esanimi dei
ragazzi uccisi in occasione del delitto dell'ottobre 1981.Occorre però ricordare
che tale oggetto viene spesso usato come fermaporte nelle campagne toscane.
Altri presunti
riscontri di un possibile movente magico-esoterico si sono avuti in occasione
dell'ultimo delitto della serie, quello del 1985 a danno dei due turisti
francesi; pochi giorni prima di essere assassinati i due si erano accampati in
zona Calenzano ma erano stati
invitati ad andarsene da un guardacaccia, in quanto il campeggio libero non era
consentito in quella zona.In seguito lo stesso
guardacaccia aveva rinvenuto, poco distante dal luogo in cui Nadine Mauriot e
Jean Michel Kraveichvili si erano accampati la prima volta, tre cerchi di
pietre, di cui due aperti ed uno chiuso, contenenti bacche, pelli di animali
bruciate e croci di legno. Secondo il parere di alcuni inquirenti tali cerchi di
pietre potrebbero essere ricondotti a pratiche di tipo rituale, da collegarsi
con le fasi di individuazione, condanna a morte ed esecuzione materiale della
coppia. Tuttavia l'episodio
del guardiacaccia è stato recentemente smentito dall'avvocato dei familiari
delle vittime francesi, che a tal proposito ha diffuso anche un documento Pdf
liberamente consultabile. Infatti non risulterebbe
la presenza dei due a Calenzano dagli scontrini che la coppia era solita
conservare durante i viaggi; inoltre tutti i possibili avvistamenti della coppia
francese meritano una riflessione e il beneficio del dubbio. Questo è dovuto al
fatto che la foto della vittima francese che finì sui giornali (cioè quella del
passaporto della vittima), mostrava la donna più giovane e con i capelli
cortissimi, mentre nel settembre '85 Nadine aveva i capelli lunghi e qualche
anno in più. Ciò è stato anche documentato in un programma televisivo.
Le frequentazioni di
Pacciani e Vanni durante gli anni degli omicidi alimentarono un filone
d'inchiesta su possibili moventi esoterici e riti legati al satanismo alla base dei delitti. In particolare Pacciani
e Vanni frequentavano un tale mago Salvatore Indovino presso una cascina situata
nei dintorni di San Casciano, dove si consumavano orge e riti collegabili
all'occultismo. Durante le
perquisizioni eseguite dalla Polizia di Stato a casa di Pacciani sono stati
trovati almeno tre libri ricollegabili alla magia nera e al satanismo.
La cosiddetta pista
esoterica si riallaccia anche alle grosse somme di denaro delle quali entrò in
possesso Pacciani negli anni dei delitti, da qui nasce l'idea che i Compagni
di Merende agissero per conto di personalità rimaste nell'ombra, interessate a ricavare
i feticci dai corpi mutilati. Pacciani,
modesto contadino, arrivò addirittura a disporre di 157 milioni di lire
(dell'epoca) in contanti e buoni postali fruttiferi, oltre ad aver acquistato
due case e ristrutturato la sua abitazione. I controlli eseguiti dalla
Polizia di Stato evidenziarono che Pacciani, prima dei delitti attribuibili al
"Mostro di Firenze", versava in condizioni economicamente più modeste, e non
ereditò beni che potessero giustificare le somme di denaro ritenute (ma non da
tutti) troppo cospicue ed improvvise. Chi non crede a Pacciani
killer prezzolato, fa infatti notare che il contadino, oltre ad affittare un
appartamento, svolgeva molti lavori "a nero" ed era noto per la sua spilorceria,
come sottolinea Giuseppe Alessandri nel libro "La Leggenda del Vampa". Inoltre i
presunti complici Lotti e Vanni erano tutt'altro che ricchi: "Katanga" negli
anni novanta trovava alloggio solo grazie all'aiuto del prete del paese, essendo
a tutti gli effetti un disoccupato indigente, mentre Vanni è deceduto in una
modesta casa di riposo di provincia.
Le sentenze che
condannano i compagni di merende si basano principalmente sulle tanto discusse
testimonianze di Pucci e, soprattutto, Lotti. Ciò ha impedito l'individuazione
di un movente certo, organico e globale, che fosse valido per tutti i delitti.
Infatti Lotti, prima di accennare al "dottore" misterioso, aveva cambiato più
volte versione sul perché Pacciani e Vanni agissero. Inizialmente Lotti, nel
1996, dichiarava "che i delitti erano atti di rabbia per approcci sessuali che
le vittime respingevano". Invece un anno più tardi
dava un'altra versione sul movente, affermando che la volontà di Pacciani era
quella di uccidere per poi dare da mangiare i feticci alle figlie. Il dibattito sull'attendibilità del Lotti
rimane aperto nell'opinione pubblica, nonostante costui sia stato la chiave di
volta per ottenere delle sentenze giudiziarie definitive sulla vicenda. Nel 2010
Pier Luigi Vigna,
ex procuratore di Firenze occupatosi del caso, nonché ex procuratore nazionale
antimafia, si è dichiarato scettico sull'esistenza di un possibile "secondo
livello" di mandanti, a dimostrazione del fatto che le inchieste successive a
quelle dei compagni di merende non hanno avuto "sviluppi clamorosi".
Nessun commento:
Posta un commento