giovedì 13 giugno 2013

Fernando Pucci


Amico dei tre compagni, invalido al 100% in quanto affetto da oligofrenia, pur non subendo condanne per i delitti, depose contro Pacciani e Vanni come testimone oculare degli ultimi due omicidi (quello del 1984 a Vicchio e quello del 1985 agli Scopeti) rischiando l'incriminazione a causa delle dichiarazioni spesso reticenti e contraddittorie.

Il "secondo livello" e i presunti mandanti


Le indagini sui delitti del mostro e sui compagni di merende hanno successivamente condotto gli inquirenti ad ipotizzare l'esistenza di una sorta di sovrastruttura mandante dei delitti. Tale ipotesi si basa su alcune dichiarazioni del teste e imputato Giancarlo Lotti, il quale ha dichiarato in sede processuale che i feticci escissi dai corpi femminili sarebbero stati comprati da un ignoto "dottore", e sul ritrovamento di un possibile simbolo esoterico, una piramide tronca di granito colorato (una rara varietà di una pregevole pietra ornamentale, nota come breccia africana) di circa quindici centimetri, rinvenuta ad alcuni metri dai corpi esanimi dei ragazzi uccisi in occasione del delitto dell'ottobre 1981.Occorre però ricordare che tale oggetto viene spesso usato come fermaporte nelle campagne toscane.

Altri presunti riscontri di un possibile movente magico-esoterico si sono avuti in occasione dell'ultimo delitto della serie, quello del 1985 a danno dei due turisti francesi; pochi giorni prima di essere assassinati i due si erano accampati in zona Calenzano ma erano stati invitati ad andarsene da un guardacaccia, in quanto il campeggio libero non era consentito in quella zona.In seguito lo stesso guardacaccia aveva rinvenuto, poco distante dal luogo in cui Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili si erano accampati la prima volta, tre cerchi di pietre, di cui due aperti ed uno chiuso, contenenti bacche, pelli di animali bruciate e croci di legno. Secondo il parere di alcuni inquirenti tali cerchi di pietre potrebbero essere ricondotti a pratiche di tipo rituale, da collegarsi con le fasi di individuazione, condanna a morte ed esecuzione materiale della coppia. Tuttavia l'episodio del guardiacaccia è stato recentemente smentito dall'avvocato dei familiari delle vittime francesi, che a tal proposito ha diffuso anche un documento Pdf liberamente consultabile. Infatti non risulterebbe la presenza dei due a Calenzano dagli scontrini che la coppia era solita conservare durante i viaggi; inoltre tutti i possibili avvistamenti della coppia francese meritano una riflessione e il beneficio del dubbio. Questo è dovuto al fatto che la foto della vittima francese che finì sui giornali (cioè quella del passaporto della vittima), mostrava la donna più giovane e con i capelli cortissimi, mentre nel settembre '85 Nadine aveva i capelli lunghi e qualche anno in più. Ciò è stato anche documentato in un programma televisivo.

Le frequentazioni di Pacciani e Vanni durante gli anni degli omicidi alimentarono un filone d'inchiesta su possibili moventi esoterici e riti legati al satanismo alla base dei delitti. In particolare Pacciani e Vanni frequentavano un tale mago Salvatore Indovino presso una cascina situata nei dintorni di San Casciano, dove si consumavano orge e riti collegabili all'occultismo. Durante le perquisizioni eseguite dalla Polizia di Stato a casa di Pacciani sono stati trovati almeno tre libri ricollegabili alla magia nera e al satanismo.

La cosiddetta pista esoterica si riallaccia anche alle grosse somme di denaro delle quali entrò in possesso Pacciani negli anni dei delitti, da qui nasce l'idea che i Compagni di Merende agissero per conto di personalità rimaste nell'ombra, interessate a ricavare i feticci dai corpi mutilati. Pacciani, modesto contadino, arrivò addirittura a disporre di 157 milioni di lire (dell'epoca) in contanti e buoni postali fruttiferi, oltre ad aver acquistato due case e ristrutturato la sua abitazione. I controlli eseguiti dalla Polizia di Stato evidenziarono che Pacciani, prima dei delitti attribuibili al "Mostro di Firenze", versava in condizioni economicamente più modeste, e non ereditò beni che potessero giustificare le somme di denaro ritenute (ma non da tutti) troppo cospicue ed improvvise. Chi non crede a Pacciani killer prezzolato, fa infatti notare che il contadino, oltre ad affittare un appartamento, svolgeva molti lavori "a nero" ed era noto per la sua spilorceria, come sottolinea Giuseppe Alessandri nel libro "La Leggenda del Vampa". Inoltre i presunti complici Lotti e Vanni erano tutt'altro che ricchi: "Katanga" negli anni novanta trovava alloggio solo grazie all'aiuto del prete del paese, essendo a tutti gli effetti un disoccupato indigente, mentre Vanni è deceduto in una modesta casa di riposo di provincia.

Le sentenze che condannano i compagni di merende si basano principalmente sulle tanto discusse testimonianze di Pucci e, soprattutto, Lotti. Ciò ha impedito l'individuazione di un movente certo, organico e globale, che fosse valido per tutti i delitti. Infatti Lotti, prima di accennare al "dottore" misterioso, aveva cambiato più volte versione sul perché Pacciani e Vanni agissero. Inizialmente Lotti, nel 1996, dichiarava "che i delitti erano atti di rabbia per approcci sessuali che le vittime respingevano". Invece un anno più tardi dava un'altra versione sul movente, affermando che la volontà di Pacciani era quella di uccidere per poi dare da mangiare i feticci alle figlie. Il dibattito sull'attendibilità del Lotti rimane aperto nell'opinione pubblica, nonostante costui sia stato la chiave di volta per ottenere delle sentenze giudiziarie definitive sulla vicenda. Nel 2010 Pier Luigi Vigna, ex procuratore di Firenze occupatosi del caso, nonché ex procuratore nazionale antimafia, si è dichiarato scettico sull'esistenza di un possibile "secondo livello" di mandanti, a dimostrazione del fatto che le inchieste successive a quelle dei compagni di merende non hanno avuto "sviluppi clamorosi".

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