L'adesione al fascismo
Figlio di un chimico e
di un'insegnante di matematica, fu sostenitore del fascismo ed allo scoppio della seconda
guerra mondiale s'arruolò volontario. Militò nella Xª Flottiglia MAS di
Junio
Valerio Borghese; dopo l'8 settembre 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Restò
legato al principe anche dopo la guerra ed in suo onore chiamò la seconda figlia
Junia.
Nel 1943-44, nella Roma occupata dai nazifascisti, fu vice
questore di Pubblica Sicurezza sotto il questore Pietro Caruso, informatore del capitano delle SS Erich Priebke e del colonnello Herbert Kappler e fece
parte della famigerata Banda Koch, un reparto speciale del Ministero
dell'Interno della Repubblica Sociale Italiana[2].
Alla fine della guerra
fu sul fronte di Trieste a contrastare
il IX Corpus sloveno, di nuovo con Borghese, come corrispondente di guerra della
Decima, con il grado di sottotenente.
Un suo fratello
aviatore morì in guerra; in un incidente stradale occorsogli presso Novara (altre fonti dicono Verona), nel 1944,
egli stesso aveva riportato esiti permanenti in termini di menomazioni fisiche
(aveva il naso ricucito ed era claudicante). Sull'origine di queste menomazioni
fisiche circolavano però anche altre versioni: secondo alcune sarebbero state
causate da un violento pestaggio subito da un gruppo di partigiani, secondo altre a
malmenarlo sarebbero stati addirittura alcuni commilitoni fascisti a causa di un presunto
tradimento.
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