sabato 15 giugno 2013

La deposizione di Moneta Caglio


Dopo il racconto della Bisaccia, una seconda ragazza rilasciò un'altra deposizione compromettente. La donna, Maria Augusta Moneta Caglio Bessier d'Istria, detta Marianna, Annamaria o il cigno nero (per via del lungo collo e dell'abito nero che indossava quando venne ritratta la prima volta), era figlia di un notaio di Milano e come la Bisaccia stava cercando di "arrivare" al mondo del cinema. Proprio a Roma era diventata amante del Montagna, marchese di san Bartolomeo, e personaggio attorno a cui ruotava il mondo dei VIP romani. Già la ragazza aveva incontrato il procuratore Sigurani due volte ed in entrambe le volte aveva reso una deposizione sulla vicenda, sempre ignorata.

La Caglio affermava che la Montesi fosse diventata la nuova amante di Montagna e di essere a conoscenza della verità dei fatti: tornata dal padre a Milano, si rivolse allo zio, parroco di Lomazzo, per chiedere istruzioni su come agire. Il sacerdote indirizzò la ragazza da un sacerdote gesuita, padre Alessandro Dall'Oglio, al quale la Caglio consegnò un memoriale in cui confermava la responsabilità di Piccioni e Montagna secondo quanto scritto dai giornali.

Tramite l'opera di Dall'Oglio, il documento arrivò ad Amintore Fanfani, allora Ministro degli Interni, e contribuì a far sospendere il processo per il giornalista Silvano Muto: ormai la teoria non era più la bizzarra invenzione di un giornalista provocatore. Una copia del memoriale venne inviata dalla Caglio anche al Papa. Il memoriale fu presentato anche a Giulio Andreotti, che in un articolo intitolato La congiura contro Piccioni? Falsità così lo rammenta: «Quando un padre gesuita venne al Viminale a farmi leggere l'esposto di una sua penitente (o qualcosa di simile) [...] lessi le prime due righe e gli dissi che non solo non lo trasmettevo a De Gasperi, ma lo classificavo tra quelle perdite di tempo che a Roma diciamo che servono a Natale a fare ora per la Messa di Mezzanotte»

Una parte della Democrazia Cristiana tuttavia tendeva a screditare la testimonianza sulla base di presunti legami tra la Caglio e una corrente interna alla DC stessa ed avversa a Piccioni.

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