La scoperta del cadavere
Mario Toso, un seminarista di 21 anni che frequenta
la facoltà di filosofia, alle nove
del mattino del 26 luglio sale
le scale del Blocco G cercando il luogo dove effettuare delle ricerche.
Raggiunto l'ammezzato si insospettisce dallo scrosciare ininterrotto dell'acqua
che proviene dal bagno delle donne: una volta entrato scopre il corpo di
Simonetta colpito da 33 coltellate, di cui sette mortali e dodici su ventre,
collo e volto. Il corpo era ancora vestito e non vi erano segni di violenza;
ferite sulle mani e macchie sulle pareti confermarono che la ragazza tentò di
difendersi. Chiamato aiuto, il ragazzo si precipiterà a casa e tornerà dopo due
giorni a testimoniare l'accaduto. Sulla scena accorrono le forze dell'ordine,
assistite dal S.P. Paolillo, dai commissari Caracciolo e Rosati, nonché dal
maggiore dei CC Rossi. Il riconoscimento della salma fu affidato a due lontani
parenti, perché il padre della ragazza fu colpito da due infarti e la madre ebbe
un collasso una volta appresa la notizia.
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