sabato 15 giugno 2013

Gli anni del dopoguerra


Nel 1946 Pasolini lavorò a un romanzo autobiografico rimasto incompiuto intitolato dapprima "Pagine involontarie" e poi "Il romanzo di Narciso". In queste pagine l'autore descrive per la prima volta le sue esperienze omosessuali. Scrive di queste pagine Nico Naldini: "Prima di allora Pier Paolo non aveva mai descritto, se non per simboli ed ellissi, il suo eros e il suo dolore. Lo ha fatto con una sincerità che direi "musicale" dove anche l'ombra di una falsità avrebbe stonato.". Nello stesso anno uscirono, con la data del 1945, sulle "Edizioni dell'Academiuta", una breve raccolta di poesie intitolata I Diarii e, sulla rivista fiorentina Il Mondo, due poesie tratte dalla raccolta e scelte dallo stesso Montale. Isolato a Versuta (la casa di Casarsa era stata distrutta dai bombardamenti) Pasolini cercò di ristabilire i rapporti con il mondo letterario e scrisse a Gianfranco Contini per presentargli il progetto di trasformare lo Stroligùt da semplice foglio a rivista. In seguito alla visita fatta da Silvana Mauri, sorella di un suo amico e innamorata di Pasolini, a Versuta, si recò in agosto a Macugnaga dove risiedeva la famiglia Mauri, e approfittando dell'occasione si recò a Domodossola per incontrare Contini.

Usciva nel frattempo a Lugano il bando del premio "Libera Stampa" e Contini, che era membro della giuria, sollecitò il giovane amico a inviare il dattiloscritto che gli aveva mostrato, L'usignolo della Chiesa Cattolica, con la seconda parte de Il pianto della rosa. L'operetta riceverà solamente una segnalazione ma intanto Pasolini uscì dal suo isolamento e, grazie anche al clima più sereno del dopoguerra, ricominciò a frequentare la compagnia dei ragazzi più grandi di Versuta. In ottobre Pasolini si recò a Roma dove fece la conoscenza di alcuni letterati che lo invitarono a collaborare alla "Fiera Letteraria" e nel maggio iniziò le prime pagine del diario intimo che chiamò Quaderni rossi perché scritti a mano su quaderni scolastici dalla copertina rossa. Completò inoltre il dramma in italiano in tre atti intitolato Il Cappellano e pubblicò, nelle Edizioni dell'Academiuta, la raccolta poetica, sempre in italiano, I Pianti.

La loggia di San Giovanni, dove Pasolini affiggeva i suoi manifesti politici giovanili, prima d'essere espulso dal partito

Il 26 gennaio del 1947 Pasolini scrisse sul quotidiano "Libertà" di Udine una dichiarazione che farà scalpore tra i politici comunisti che smentirono la sua iscrizione al PCI: «Noi, da parte nostra, siamo convinti che solo il comunismo attualmente sia in grado di fornire una nuova cultura "vera", una cultura che sia moralità, interpretazione intera dell'esistenza». Dopo la guerra Pasolini, che era stato a lungo indeciso sul campo in cui scendere, osservò le nuove esigenze di giustizia che erano nate nel rapporto tra il padrone e le varie categorie di diseredati e non ebbe dubbi sulla parte da cui voleva schierarsi. Cercò così di consolidare una prima infarinatura dottrinaria con la lettura di Karl Marx e soprattutto con i primi libri di Antonio Gramsci. Scriverà all'amica poetessa Giovanna Bemporad:

« L'altro è sempre infinitamente meno importante dell'io ma sono gli altri che fanno la storia. »

Ed è pensando all'altro che nacque la decisione importante di aderire al comunismo.

Progettò intanto di allargare la collaborazione della rivista dell'Academiuta alle altre letterature neolatine e fu messo in contatto, da Contini, con il poeta catalano in esilio Carles Cardó. Sempre a Contini inviò la raccolta completa delle sue poesie in friulano che per ora si intitolava Cjants di un muàrt, titolo che verrà cambiato in seguito in La meglio gioventù. Non riuscì però ad ottenere l'aiuto di nessun editore per pubblicare i versi. Malgrado queste delusioni letterarie egli si sentiva felice e scriverà agli amici:

« Sono sereno e anzi, in preda a un'avida e dionisiaca allegrezza. »

Pasolini rende omaggio alla tomba di Antonio Gramsci

Alla fine dell'anno ottenne l'incarico di insegnare materie letterarie alla prima media della scuola di Valvasone, che raggiungeva ogni mattina in bicicletta. Continuò con grande convinzione la sua adesione al PCI e in gennaio partecipò alla manifestazione, che si tenne nel centro di San Vito, organizzata dalla Camera del lavoro per ottenere l'applicazione del Lodo De Gasperi e fu in questa occasione che, osservando le varie fasi degli scontri con la polizia e parlando con i giovani contadini, si delineò il progetto di scrivere un romanzo su quel mondo in fermento. Il primo titolo del romanzo è La meglio gioventù. Sempre impegnato nel PCI partecipò nel febbraio del 1949 al primo congresso della Federazione comunista di Pordenone e in maggio si recò a Parigi per il Congresso mondiale della pace. Nell'ottobre dello stesso anno, Pier Paolo venne però denunciato per corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico e i suoi avversari politici, sfruttando lo scandalo, lo accusarono di omosessualità mentre i dirigenti del PCI di Udine decisero di espellerlo dal partito. Gli venne anche tolto l'incarico dall'insegnamento.

Trascorsero due mesi molto difficili per Pier Paolo che nel gennaio del 1950 si rifugiò con la madre a Roma. I primi tempi a Roma furono difficili per il giovane che sentiva il dovere di trovare un lavoro. Mentre cercava senza successo di dare lezioni private, si iscrisse al sindacato comparse di cinecittà, si offrì come correttore di bozze presso un giornale, riuscì a pubblicare qualche articolo su alcuni quotidiani cattolici e continuò a scrivere i romanzi che aveva iniziato in Friuli: Atti impuri, Amado mio, La meglio gioventù. Inizia a scrivere Ragazzi di vita e alcune pagine romane, come Squarci di notti romane, Gas e Giubileo, che saranno in seguito riprese in Alì dagli occhi azzurri. Dopo l'amicizia con Sandro Penna, che diventò l'amico inseparabile delle passeggiate notturne sul lungotevere, conobbe nel '51 un giovane imbianchino, Sergio Citti, che lo aiuterà ad apprendere il gergo e il dialetto romanesco costituendo, come scriverà lo stesso Pasolini, il suo "dizionario vivente". Compose in questo periodo le poesie che verranno raccolte in Roma 1950 – Diario pubblicate nel 1960 da Scheiwiller e finalmente, nel dicembre dello stesso anno, fu assunto come insegnante nella scuola media parificata di Ciampino. Durante l'estate pubblicò sulla rivista Paragone il racconto Il Ferrobedò, che diventerà in seguito un capitolo di "Ragazzi di vita", scrisse il poemetto L'Appennino che farà da apertura a Le ceneri di Gramsci e altri racconti romani. In questo periodo strinse amicizia con Giorgio Caproni, Carlo Emilio Gadda e Attilio Bertolucci grazie al quale firmerà il primo contratto editoriale per una Antologia della poesia dialettale del Novecento che uscirà nel dicembre del '52 con una recensione di Eugenio Montale.

Nel 1953 prese a lavorare ad un'antologia della poesia popolare, per la collana dell'editore Guanda diretta dall'amico Bertolucci, che uscirà con il titolo Canzoniere italiano nel 1955 e nel frattempo pubblicò il primo volumetto di versi friulani Tal còur di un frut. Nell'ottobre dello stesso anno uscì su "Paragone" un'altra anticipazione del futuro Ragazzi di vita e Bertolucci lo segnalò a Livio Garzanti perché si impegnasse a pubblicare il romanzo.

Nel 1954, in situazione di ristrettezze economiche, riesce a far pubblicare La meglio gioventù, una raccolta di poesie in friulano con una dedica a Gianfranco Contini, con cui Pasolini vinse il Premio Giosuè Carducci, premio storico, ancora oggi vigente, della città di Pietrasanta (LU). Come scrive in una lettera indirizzata a Vittorio Sereni, datata 7 agosto 1954, Pasolini si trova ad accettare il Premio soprattutto "per l'urgente, odioso bisogno delle 150mila".

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