Indagini
L'autopsia e le successive indagini accertarono che Anna
Bracci fu vittima di un tentativo di stupro; la resistenza provocò la reazione
dell'aggressore che la colpì ripetutamente. Credendola morta, la gettò in un
profondo pozzo per l'irrigazione dove, agonizzante, annegò.
Circa una settimana dopo
il rinvenimento del cadavere, Lionello Egidi confessò l'omicidio, quindi
ritrattò le dichiarazioni. Il successivo processo (1952) vide il suo proscioglimento per insufficienza di
prove. La condanna in appello, a 26
anni (1955), venne annullata dalla Cassazione nel gennaio 1957. Il delitto rimane senza colpevoli.
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