La scena del delitto
Simonetta Cesaroni,
venti anni e mezzo, è stesa nuda negli uffici della A.I.A.G. di via Poma numero
2, supina con le gambe divaricate e le braccia aperte, in posizione scomposta,
la testa inclinata verso destra.. Sul
petto porta vistosi segni delle coltellate intrise di sangue. Altri colpi sono su giugulare, cuore, aorta, fegato e occhi. Le coppe del reggiseno , di
tipo a balconcino di pizzo leggero fanno vedere i capezzoli . Su uno dei
capezzoli c’è una ferita che sembra un morso. Nella porta d’ingresso della
stanza del delitto viene ritrovato del sangue sulla maniglia. Il sangue
analizzato dirà che appartiene ad un uomo.
Nelle altre stanze non vi sono tracce di colluttazione, tutto è ordinato e non c’è alcun segno che possa far pensare che il corpo sia stato trascinato dove si trova. Gli inquirenti credono che nella stanza dove Simonetta viene trovata, si sia consumato il delitto. Viene comunque rilevata una minima traccia di sangue anche nella stanza di Simonetta, sulla tastiera del telefono.
Sempre nella stanza di
Simonetta, viene rinvenuto anche un appunto, su un pezzo di carta. C’è scritto
“CE” poi c’è disegnato un pupazzetto a forma di margherita e in basso a destra, c’è
scritto “DEAD OK”. A lungo si speculerà su questo disegno e sul suo significato
finché il programma televisivo "Chi l'ha visto?" rivelerà, nell'ottobre 2008, che a
fare quel disegno e a scrivere la frase DEAD OK fu uno degli agenti di polizia
che intervennero la notte del 7 agosto in via Poma. Dopo aver disegnato e
scritto sul foglio, l'agente dimenticò il pezzo di carta sulla scrivania dove
c'era il computer da lavoro di Simonetta.
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