Si riapre il caso: l'indagine dei carabinieri
Il magistrato della
sezione istruttoria della Corte d'appello di Roma, Raffaele
Sepe, cominciò le indagini processuali, esumando la salma della Montesi e
ordinando perizie ed interrogatori. Molte delle accuse a personaggi secondari e
solo vagamente correlati alla vicenda caddero, ma da questa fase parve emergere
un disegno preciso che avrebbe legato Piccioni, Montagna e i vertici delle forze
dell'ordine romane.
Il 26 marzo 1954 il
caso Montesi fu ufficialmente riaperto dalla Corte d'Appello di Roma. Piero
Piccioni e Ugo Montagna furono arrestati, rispettivamente con l'accusa di
omicidio colposo e di uso di stupefacenti il primo, e di favoreggiamento il secondo: furono inviati al
carcere
di Regina Coeli (Piero Piccioni otterrà la libertà provvisoria dopo tre mesi
di carcere preventivo). Con loro venne arrestato il questore di
Roma, Saverio
Polito, imputato di favoreggiamento, e altri nove personaggi coinvolti nei
fatti vennero imputati, tra cui il principe Maurizio d'Assia.
Il 19 settembre 1954 lo scandalo
era tale che Attilio Piccioni si dimise dalle cariche ufficiali.
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