Trasferitosi a Palermo con la famiglia (suo fratello Tullio sarà linguista e Ministro della Pubblica
Istruzione) dopo la seconda guerra mondiale, lavorò presso
giornali come Il
Tempo di Sicilia, Il
Mattino di Sicilia e poi a L'Ora, rivelandosi un ottimo cronista. Nel 1962 aveva seguito la morte del presidente
dell'Eni Enrico Mattei e nel settembre del 1970 si stava nuovamente occupando del caso, in seguito
all'incarico ricevuto dal regista Francesco Rosi per il suo film Il caso Mattei, che sarebbe in seguito
uscito nel 1972.
De Mauro aveva
pubblicato, sempre su L'Ora, il 23 ed il 24 gennaio 1962 il verbale di polizia, risalente al 1937 e caduto nel dimenticatoio, in cui il medico
siciliano Melchiorre Allegra, tenente colonnello
medico del Regio
Esercito durante la prima guerra mondiale, affiliato alla
mafia nel 1916 e pentito mafioso dal 1933, elencava tutta la struttura del vertice
mafioso, gli aderenti, le regole, l'affiliazione, l'organigramma della società
malavitosa. Tommaso
Buscetta, davanti ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quindici anni dopo la morte
del giornalista, ebbe ad affermare che "... De Mauro era un cadavere che
camminava. Cosa Nostra era stata costretta a 'perdonare' il
giornalista perché la sua morte avrebbe destato troppi sospetti, ma alla prima
occasione utile avrebbe pagato anche per quello scoop. La sentenza di morte era
solo stata temporaneamente sospesa.
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