Movente
I due ragazzi stavano
conducendo approfondite indagini (con interviste sul campo, registrate
meticolosamente su nastri, poi trafugati misteriosamente dopo la loro morte) sul
traffico di eroina e cocaina nel quartiere di Lambrate Città Studi, traffico gestito da potenti
ambienti della malavita organizzata e dell'estrema destra milanese.
La controinformazione
condotta da alcuni giornalisti indipendenti e militanti del Centro
Sociale Leoncavallo porta ad individuare nel bar Pirata (centro di ritrovo
dei neofascisti della zona) il luogo di ritrovo degli
autori materiali dell'omicidio, ma le indagini ufficiali, condotte dal Sostituto
Procuratore Armando
Spataro e passato ad altri 4 sostituti procuratori, non hanno mai
individuato né i mandanti né gli esecutori di questo delitto.
Per mesi il giornalista
de l'Unità Mauro
Brutto raccoglie elementi sul delitto di Via Mancinelli. In novembre
qualcuno gli spara tre colpi di pistola senza colpirlo. Pochi giorni dopo il
giornalista mostra una parte del suo lavoro ad un colonnello dei carabinieri. Il
25 novembre, dopo cena,
Brutto ha appuntamento con una sua fonte. Lo vedono entrare in un bar di via
Murat, comprare due pacchetti di sigarette, uscire, attraversare la strada. A
metà della carreggiata si ferma per far passare una 127 rossa. In senso inverso
arriva una Simca 1100 bianca che lo investe e scappa.
"La Simca sembrava
puntare sul pedone", dirà nel corso della rapida inchiesta l'uomo a bordo
dell'altra auto, la 127. Sparisce il borsello di Brutto, pieno di carte, forse
trascinato dalle auto in corsa. Lo ritrovano qualche ora dopo in una via vicina,
vuoto.
Furono svolte poche e
veloci indagini per chiarire le circostanze che determinarono la morte del
giornalista: dell'automobile che lo investe e del suo guidatore non si sa più
nulla, molte cose della dinamica dell'incidente non convincono, il borsello del
giornalista verrà ritrovato senza il suo contenuto: documenti importanti, un
vero e proprio dossier.
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