Mario Vanni
Nato a San
Casciano in Val di Pesa il 23 dicembre 1927, di professione portalettere, Vanni, detto
Torsolo per la sua esilità, è rimasto particolarmente famoso come
inventore involontario della locuzione "compagni di
merende", che i media ricavarono dalla caricatura di una sua
espressione. Sentito infatti come testimone al processo contro Pacciani, il postino, alla
domanda «Signor Vanni, che lavoro fa lei?» rispose iniziando la sua
deposizione in modo inatteso e illogico dicendo «Io sono stato a fa' delle
merende co' i' Pacciani no?», suscitando così l'ilarità generale e facendo
supporre al PM
che l'interrogato fosse stato istruito a dare precise risposte. Il suo continuo,
goffo e reticente riferimento a tali "merende", oltre a determinarne
l'incriminazione, produsse l'ironico modo di dire, usato per indicare persone
legate da un rapporto losco o comunque poco onesto.
Vanni viene arrestato
in concomitanza con l'assoluzione (poi annullata) di Pietro Pacciani, per
concorso in duplice omicidio e
vilipendio di cadavere, messo in
atto secondo l'accusa proprio assieme a Pacciani. Vanni, ha dimostrato
durante lo svolgimento del processo un atteggiamento ostile nei confronti dei
giudici, dettato in maggior parte dall'ignoranza, dall'abuso di alcol, dalla paura e
dalla sua età avanzata, che non gli permetteva forse di comprendere lucidamente
lo svolgersi delle udienze. Viene spesso richiamato e allontanato dall'aula,
fino ad essere espulso dopo aver lanciato invettive sul PM e aver vantato la sua
fede politica per Mussolini. Tuttavia, il suo avvocato difensore Nino Filastò riuscì in
seguito a farlo riammettere in aula.
Vanni fu condannato al
carcere a vita. La condanna, per
soli quattro degli otto duplici omicidi, è stata resa definitiva nel 2000 dalla Corte di Cassazione. Nel 2004 la pena gli viene sospesa per motivi di salute, e
Vanni trascorre i suoi ultimi cinque anni di vita in una casa di riposo per
anziani non autosufficienti a Pelago, in
provincia di
Firenze. Ricoverato il 12
aprile 2009 all'ospedale toscano di
Ponte a Niccheri è morto il giorno dopo.Era l'ultimo compagno di
merende ad essere rimasto in vita.
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