giovedì 13 giugno 2013

14 settembre 1974 (sabato): L'omicidio di Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, Borgo San Lorenzo


Il 14 settembre 1974 ha luogo il primo duplice omicidio di apparente natura maniacale; Pasquale Gentilcore di 19 anni, impiegato alla Fondiaria Assicurazioni, e Stefania Pettini, 18 anni, segretaria d'azienda presso un magazzino di Firenze ed attivista del Partito Comunista Italiano, vengono uccisi in una strada sterrata nella frazione di Rabatta, vicino a Borgo San Lorenzo. I due si frequentavano da circa due anni anche se non avevano ancora ufficializzato la relazione. Pasquale Gentilcore, dopo aver accompagnato la sorella Cristina alla discoteca Teen Club di Borgo San Lorenzo, promettendole di tornare a prenderla al più tardi per la mezzanotte, raggiunge la fidanzata a Pesciola di Vicchio, presso l'abitazione di lei. Da lì, verso le 22:00, i due giovani ripartono per raggiungere gli amici che li aspettano in quello stesso locale per proseguire la serata. Durante il tragitto decidono però di appartarsi in un tratturo sulle sponde del Sieve, da loro già conosciuto e normalmente frequentato dalle coppiette della zona. Intorno alle 23:45 (orario appurato sulla base di una testimonianza che ode dei colpi a quell'or0) qualcuno spunta forse dall'attiguo vitigno e comincia ad aprire il fuoco.

Pasquale Gentilcore, seduto al posto di guida, viene raggiunto da cinque colpi esplosi da una Beretta calibro.22 Long Rifle, la stessa utilizzata nel delitto del 1968; i colpi mortali arrivano dal lato sinistro della 127. La ragazza viene raggiunta da tre colpi che tuttavia non la uccidono; viene trascinata fuori dall'auto ancora viva, e uccisa con tre coltellate profonde allo sterno. Dopo averne disteso il corpo dietro l'auto, l'assassino continua a colpirla per altre 96 volte, colpendo anche il seno ed il pube. Successivamente l'omicida penetra la vagina della ragazza con un tralcio di vite; particolare questo che, anni dopo, farà pensare ad un possibile movente esoterico, ma che altri più semplicemente interpretano come un ulteriore oltraggio da parte dell'assassino al corpo della vittima; considerato infatti che il luogo del delitto era sito in prossimità di alcune piante di vite, è molto probabile che il gesto non fosse premeditato.

Le sevizie sul corpo di Stefania furono tanto violente da causare, in sede processuale, lo svenimento di un Carabiniere durante l'udienza in cui venivano mostrate le foto del corpo della ragazza. Prima di lasciare il luogo l'omicida colpisce con il coltello anche il corpo esanime di Pasquale con 5 coltellate all'altezza del fegato. In occasione di questo delitto, scoperto la mattina seguente da un contadino che abitava e lavorava da quelle parti, vengono ritrovati, sparsi sul terreno, gli oggetti contenuti nella borsetta della ragazza (particolare questo che si ripeterà costante in tutti gli omicidi). La borsa ed il reggiseno della Pettini verranno invece ritrovati sul far della sera in un luogo poco distante in seguito ad una telefonata anonima, mentre orologio e anelli della ragazza non saranno più rinvenuti.

Il pomeriggio prima di essere uccisa, la Pettini aveva confidato ad un'amica di aver fatto uno "strano incontro" con una persona poco piacevole che l'aveva turbata, ma non ebbe tempo di approfondire il fatto. In ogni caso la ragazza non fu la sola, tra le vittime femminili del maniaco, ad aver lamentato molestie da parte di ignoti poco prima dei delitti. Gli inquirenti esaminarono anche il diario della ragazza ma senza trovarvi alcun'annotazione insolita. Qualche anno dopo i quotidiani tornarono a parlare del caso dopo che la tomba di Stefania (sepolta assieme al fidanzato, nel cimitero di Borgo San Lorenzo) fu manomessa e danneggiata da ignoti.

Nessun commento:

Posta un commento