14 settembre 1974 (sabato): L'omicidio di Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini, Borgo San Lorenzo
Il 14 settembre 1974 ha luogo il primo duplice omicidio di apparente
natura maniacale; Pasquale Gentilcore di 19 anni, impiegato alla Fondiaria
Assicurazioni, e Stefania Pettini, 18 anni, segretaria d'azienda presso un
magazzino di Firenze ed attivista del Partito Comunista Italiano, vengono
uccisi in una strada sterrata nella frazione di Rabatta, vicino a Borgo San Lorenzo.
I due si frequentavano da circa due anni anche se non avevano ancora
ufficializzato la relazione. Pasquale Gentilcore, dopo
aver accompagnato la sorella Cristina alla discoteca Teen Club di Borgo San Lorenzo,
promettendole di tornare a prenderla al più tardi per la mezzanotte, raggiunge
la fidanzata a Pesciola di Vicchio,
presso l'abitazione di lei. Da lì, verso le 22:00, i due giovani ripartono per
raggiungere gli amici che li aspettano in quello stesso locale per proseguire la
serata. Durante il tragitto decidono però di appartarsi in un tratturo sulle
sponde del Sieve, da loro già conosciuto e
normalmente frequentato dalle coppiette della zona. Intorno alle 23:45 (orario appurato sulla
base di una testimonianza che ode dei colpi a quell'or0) qualcuno spunta forse dall'attiguo vitigno
e comincia ad aprire il fuoco.
Pasquale Gentilcore,
seduto al posto di guida, viene raggiunto da cinque colpi esplosi da una Beretta calibro.22 Long
Rifle, la stessa utilizzata nel delitto del 1968; i colpi mortali arrivano dal lato sinistro della 127. La ragazza viene raggiunta da
tre colpi che tuttavia non la uccidono; viene trascinata fuori dall'auto ancora
viva, e uccisa con tre coltellate profonde allo sterno. Dopo averne disteso il corpo dietro l'auto,
l'assassino continua a colpirla per altre 96 volte, colpendo anche il seno
ed il pube.
Successivamente l'omicida penetra la vagina della ragazza con un tralcio di vite; particolare questo che, anni dopo, farà pensare ad
un possibile movente esoterico,
ma che altri più semplicemente interpretano come un ulteriore oltraggio da parte
dell'assassino al corpo della vittima; considerato infatti che il luogo del
delitto era sito in prossimità di alcune piante di vite, è molto probabile che
il gesto non fosse premeditato.
Le sevizie sul corpo di
Stefania furono tanto violente da causare, in sede processuale, lo svenimento di
un Carabiniere durante
l'udienza in cui venivano mostrate le foto del corpo della ragazza. Prima
di lasciare il luogo l'omicida colpisce con il coltello anche il corpo esanime di Pasquale con 5
coltellate all'altezza del fegato. In
occasione di questo delitto, scoperto la mattina seguente da un contadino che
abitava e lavorava da quelle parti, vengono ritrovati, sparsi sul terreno, gli
oggetti contenuti nella borsetta della ragazza (particolare questo che si
ripeterà costante in tutti gli omicidi). La borsa ed il reggiseno della Pettini
verranno invece ritrovati sul far della sera in un luogo poco distante in
seguito ad una telefonata anonima, mentre orologio e anelli della ragazza non
saranno più rinvenuti.
Il pomeriggio prima di
essere uccisa, la Pettini aveva confidato ad un'amica di aver fatto uno "strano
incontro" con una persona poco piacevole che l'aveva turbata, ma non ebbe tempo
di approfondire il fatto. In ogni caso la ragazza non fu la sola, tra le vittime
femminili del maniaco, ad aver lamentato molestie da parte di ignoti poco prima
dei delitti. Gli inquirenti esaminarono
anche il diario della ragazza ma senza trovarvi alcun'annotazione insolita.
Qualche anno dopo i quotidiani tornarono a parlare del caso dopo che la tomba di Stefania (sepolta assieme al
fidanzato, nel cimitero di Borgo San Lorenzo) fu manomessa e danneggiata
da ignoti.
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